Saturday, October 28, 2006

BARCELLONA




Barcellona ride di gusto nel caldo afoso di agosto
Vende sulle Ramblas l’idea di un mito
Sputa per terra Alza il dito

Corre con i taxisti ubriachi verso un’altra festa di sangria
Che non è spagnola ma gli stranieri non lo sanno
E saranno così buffi quando lo capiranno.

Gli stessi che fanno la fila per i parchi degli scrittori, musei degli architetti e
Acquistano amuleti nei negozi di indiani che si spacciano per dottori.
E poi con le tapas si ingozzano come i piccioni
E sulle spiagge della Barcellonetta spendono milioni nelle lune storte
Di cui i lavoratori hanno pieni i maroni.

Barcellona ha un isterico senso di pace
Non dorme mai ma tace in alcuni angoli del suo orgoglioso animo latino
Negli altri i soldatini combattono le lotte del potere
Paesi Baschi e Catalani disdegnano l’inglese e l’italiano,
ma soprattutto detestano l’americano!

Artisti di ogni genere arrivano nelle sue strade per cantare
Meravigliare o soltanto vendere il fumo
insieme ai topolini bianchi nei parchi stanchi
E pieni di parole diverse, intense e approdata da ogni parte del mondo
Trasformate in un linguaggio solo
In quello che il viaggio diventa quando è così profondo!

Barcellona dipinge nel quartiere gotico un sogno di mille e una notte
Sorseggia il vino rosso, le olive nere
Mangia le tortillas a tutte le ore e parla con i pappagalli
Lo sguardo fiero segue il ritmo delle onde che urtano il mare
E poi prima che il sole si svegli Signora Barcellona cambia l’espressione
Pulisce la cenere, acquista i frullati per la sua voce rauca di feste ad oltranza
E mostra il suo lato migliore nel mercato pieno di frutta esotica carne pesce e cibo di ogni genere.

Lei è così diretta, è davvero quasi perfetta
Lenta, attenta eppure pigra e sveglia
Barcellona è davvero bella.

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