Monday, July 31, 2006

Parigi & Tamigi

Parigi aveva uno strano modo di amare, voleva cose concrete, ma non era capace di darle.
Non più, da quando aveva appeso al muro il cuore, quella notte in cui nulla pugnalava più forte dell'amore.
Quando ti addormenti e risvegli piangendo, la prospettiva cambia.
Diventa come dire: Bagnata!
Parigi parlava diverse lingue, ma spesso non era chiara in nessuna.
Preferiva i colori ai numeri, le metafore alla grammatica.
Spesso confondeva le emozioni, ma era tanto passionale, per gli stimoli di tutti i generi.
La scrittura, e quelle poche donne della storia, la cui gloria tardi arrivò,
la resero libera di essere quello che non sapeva descrivere.
Lo era, comunque, anche fuori dalla sua stanza.
Tuttavia non considerava l’uomo inutile come la bicicletta per il pesce,
soltanto che nella doccia preferiva trovarsi una donna.
Per questo in pieno si ritrovava a vivere, gli struggimenti di ogni essere che elevato a se stesso era comunque lo stesso.
Le esperienze le hanno insegnato che piove sempre sul bagnato.
Che i soldi fanno i soldi e le bionde non sono per niente stupide.
E che quando si trovano le risposte le domande cambiano.
I gusti, quelli no, non cambiano, solo che si spostano.
Così ora lei non era certa, come una volta, se preferire il silenzio alle parole, se preferire l'agriturismo alla posizione manageriale nel centro della metropoli.
Se preferire le more con gli occhi azzurri o le azzurre con gli occhi scuri,
cosa al quanto strana e biasimata dal L world, di cui tutte le sue amiche
e nemiche seguivano i consigli.
Sapeva che in ogni caso, amava scrivere, ed era tutto quello che non voleva lasciar perdere. Spesso l’amicizia e una bottiglia di vino portavano al sesso e alle complicazioni.
Con le dovute spiegazioni e i violenti attacchi delle ragazzine che dopo un bacio volevano già i diritti d'autore per un'illusione che iniziava, o finiva con il “forever” o per sempre.
….quel suono che tendeva all' infinito … proprio in tutte le lingue del mondo..
Parigi era disgustata dallo spessore sottile delle “star” di turno, che inventavano storie terribili sul suo conto, dopo che lei si rifiutava di innamorarsi di loro (come se potesse scegliere), ma sapeva che era colpa della nicotina e dei colori nocivi delle loro permanenti.
Per non parlare di tutti quei buchi,(oltre al Black Hole) chiamati “piercing”,
da qui di certo scappavano i neuroni spaventati.
Naturalmente si riguardava di mostrare il fastidio, anche se la rattristava
sentire le fiabe inventate sul suo conto.
Lecca papere sapevano essere così cattive!
Ma non era niente in confronto alla strana sensazione di non saper più amare.
"Se solo riuscissi a riconoscere il sapore di tutte quelle ore di sudore che portavano il domani ad una colazione d'amore"…- pensava così spesso che le sembrava lontana ogni guarigione.
E poi non sempre riconosceva il suo stato come una malattia.
A volte, per qualche strano motivo ne era fiera.
Fiera di non sentire, di non aver più voglia di capire e tanto meno provare a cercare quell'Amore che un giorno sarebbe finito, e ferito, ogni vaso sanguigno che pompava e trasportava la vita al cervello e al cuore.
Parigi camminava fissando gli occhi della gente e spesso non sembrava
che le importasse nulla di niente.
Era assente, soprattutto, quando era in mezzo alla folla.
Andava a periodi, si rallegrava come un bimbo per delle piccole cose
e cadeva a pezzi per le stesse minuscole cose.
Come, ad esempio, la vista di un gatto in ricerca delle coccole, sotto i bastioni del Castello.
Oppure il ricordo delle brioche calde di mattino, anniversari di qualcuno che per un po' era qualcosa per lei, anche se magari non si ricordava più che cosa.
I compleanni delle donne che l'hanno tradita e delusa e che forse ha tradito e deluso.
I suoi amici erano un rifugio solido come il polo nord, ma allo stesso tempo instabile, e così fragile.
Era sì fiera di loro e gli voleva un gran bene, ma sapeva in fondo, sapeva che erano un cliché. Proprio loro che di esso si ritenevano più lontani.
Avrebbe potuto capire il perché i gay hanno un' attitudine più spiccata al dolore,
guardando se stessa e tutte quelle persone.
Anche se era piuttosto miope non le risultava affatto difficile.
...Esigenze… assenze... o forse instabilità emotiva - pensava e poi lasciava perdere.
Se la filosofia trova nella matematica, un' amante simpatica,
per lei la teoria non valeva quanto la pratica.
E tutto sommato calcolare non le era mai piaciuto quanto parlare.
Soprattutto parlare con gli sconosciuti, diversi e intensi dialoghi
che rimettevano in sesto la bussola.
Ed è con la bussola che lei vagava tra le città e le finestre di ieri, oggi e domani.
Così spesso lo faceva che non riusciva più a dire con precisione, quando è successo cosa. Ricordava con chiarezza tanti eventi e molte avventure, ma non sapeva collocarle nella graduatoria immaginaria di qualcuno che inventò il primo numero, la prima ora e il primo anno.
E poi riteneva da sempre che l'orologio non calcolava il tempo, che di esso se ne fregava. Sosteneva soltanto un ritmo costante al giorno e alla notte di ogni nuovo sorgere del mattino.
I suoi amici invece non portavano gli orologi, e pure datavano con precisione ogni cosa.
Tuttavia spesso, in seguito alle sbornie simulate, alquanto esagerate, improvvisavano
perdite di memoria.
Quando di buon umore li perdeva tutti, erano perennemente depressi.
E con il sole il polo nord si scioglieva. Si consolavano a vicenda.
Da vedere erano duri e intoccabili, ma sotto la corazza così fragili.
Molto agili a confondere con gesti e parole, ogni nuova vittima, o soltanto un'anima
votata al sacrificio.
Quante cose intense sapeva raccontare e ricordare Parigi, quando parlava di anni passati
e della sua voglia di cambiare…
Ma queste cose come le rose appassivano, senza l'acqua e la linfa vitale necessaria,
quando lei perdeva la voglia di sentirsi, di riconoscersi cambiata rispetto a dieci anni fa.
>>C'è stata una ridicola ricaduta per la morte di un sentimento.
Qualcuno era ucciso. Ma i sopravvissuti avevano forse fatto la fine peggiore.
Non sempre sapevano quando e cosa fosse successo. <<
-Quando si ama qualcuno ci si può davvero accorgere quando l'amore muore?- si chiedeva mordendo un McDeluxe
(famoso stimolatore dei pensieri, usato da Socrate e Platone sia a cena che per la colazione) , passeggiando in mezzo a mille etnie di piazza Duomo.
Parigi spesso evacuava l'anima, che non pagava mai l'affitto, ma sapeva incantare facilmente.
Dannato è il corpo che si è visto da fuori un'infinità di volte senza riconoscersi.
Eppure c'era qualcosa di magico e affascinante nel non poter stare tranquilli,
felici e coccolati dal quotidiano.
Forse era colpa del mito di James Dean! Binomio perfetto di bello e maledetto!
Quel quid strano, si prendeva gioco di lei, e le faceva interrompere ogni relazione che contasse di più, più di un po' di sudore e delle ore annegate nel suo bicchiere.
Ogni settimana era una rivoluzione.
Soprattutto quando ai problemi non si trovava una soluzione.
E così Parigi decise di cambiare stato e iniziare da capo.
Nella valigia mise soltanto la sua voglia di scoprire il mondo,
fuori del contorno del sogno e il desiderio gigante di risolvere alcune cose, di venirne a capo.
Ma non ha mai saputo a capo di che cosa. Sapeva che voleva essere felice!
Le poesie che scriveva avevano una propria voce, gli veniva dolce ogni cosa amara.
E si nutrivano soprattutto di idee.
Per questo crescevano, anche quando si scordava di dargli da mangiare.
Erano pezzi di un mosaico, una serratura dalla cui sbirciare
per ritrovare tutte le emozioni e i colori, dall'infanzia al crescere, attraverso i sorrisi e le lacrime.
Tamigi invece le era simile, e forse per questo così tanto diversa.
Come le lingue che si assomigliano e i suoni delle parole identici con significati opposti.
Oppure le cose che si imparano in un modo, ed è più difficile correggerle secondo
le volontà di qualcun altro. Si sono conosciute per caso.
Entrambe attratte come le farfalle dal fiore, dall'odore e dallo sguardo una dell'altra.
Era capitato durante una sera d'estate inoltrata, in una festa di compleanno di un amico,
di un'amica in comune dove annoiate sfuggivano complimenti poco originali di qualcuno che cercava invano di sedurle.
Ed è nato così l'amore, che nessuna delle due sapeva ancora riconoscere,
ma non lo hanno potuto uccidere.
Così qualcosa negli occhi di Tamigi ricordava il tramonto a Parigi,
e lei invece, negli occhi di Parigi trovava il mare e la voglia di nuotare.
Avevano lo stesso sguardo curioso, quando fissavano le labbra una dell'altra.
Parlavano spesso di relazioni, di emozioni provate, che solo adesso che si sono
incontrate apparivano chiare e limpide nel bene e nel male.
Passeggiavano tre metri dal suolo della terra e ogni cosa gli appariva più bella se solo si pensavano e quando si incontravano sentivano le muse comporre sonetti di sublime impatto.
E allora per la prima volta entrambe non provarono la voglia di scappare.
Iniziarono a frequentarsi, senza regole né impostazioni.
Lo facevano così bene, probabilmente, perché era l'opposto di quello che volevano.
Si bloccavano, sforzavano di non chiamare e cercare l'un l'altra per mesi, anche se costava ad entrambe un'infinita forza di volontà per impedirselo.
E poi l'amore esplose e un giorno, dopo una battuta espressa da qualcuno sulla loro relazione, entrambe divennero serie.
Serie come i pesci pagliaccio (Nemo), quando si accorgono della presenza dei pescatori.
I loro sguardi si accarezzarono, le labbra salutarono e i desideri bruciarono.
Le fiamme furono così alte che presto divorarono ogni imposizione.
Erano consce di aver tentato di anestetizzare l'amore.
Ed ancora più certe del suo immenso potere, la capacità innata di distruggere,
di guarire, di finire, di nascere e morire come e quando meglio gli piace e pare.
Quella sera stessa mentre si sorreggevano per non cadere,
dopo litri di brindisi colorati e dopo aver salutato gli amici si ritrovarono a casa di Parigi.
Era a pochi passi da lì.
I navigli sapevano di profumi vari dei venditori ambulanti, e mentre camminavano le stelle brillavano (anche a Milano).
La notte stava risvegliando il sole.
L luna sbadigliava pigramente, mentre una stella annoiata la tirava per le gambe,
cercando di fare “bungee jumping”, le avvolgeva la corda sulle dita dei piedi.
Proprio in quell'attimo i loro cuori tremarono, le labbra si unirono.
Nacque la voglia di mescolarsi, di mangiarsi e assaporarsi.
Irrefrenabile, maleducata ed istintiva!
Intensa come lo può essere la fame se non si mangia da giorni.
La cosa ancora più sorprendente era l'intesa (non la banca).
Sembrava lo facessero da sempre.
La stanza di Parigi aveva le mura disegnate con tanto di versi da lei scritti.
E oltre all'armadio che occupava un'intera parete la stanza conteneva un letto.
Enorme. Parigi si mise a fissarlo senza parole. Moriva dalla voglia di sentirla dentro.
Sentiva ogni centimetro di pelle invocare il nome di Tamigi, e uno strano solletico allo stomaco. Tamigi prese il suo viso tra le mani e la baciò dolcemente per poi girarla
e farla stendere su un fianco.
La sua bocca e le dita e tutto il suo corpo scivolavano sopra e sotto Parigi,
mentre lei gli mordeva ora i capezzoli, ora i seni e ora le cosce.
In un ritmo imprevedibile, che mescolava in sè tutte le tonalità di ogni musica che si rispetti,
i loro colpi danzavano.
Qualcuno cantava: Molti mari e fiumi Attraverserò dentro la tua terra mi ritroverai turbini e tempeste io cavalcherò volerò tra i fulmini per averti Meravigliosa creatura sei sola al mondo meravigliosa paura d'averti accanto occhi di sole mi bruciano in mezzo al cuore …(Nannini)
Le mani tracciavano l'orgasmo da mezz'ora sul volto di Parigi, e poi venne in fiumi di piacere. Tamigi sentendola venire esplose a sua volta. E poi la baciò.
"E' la cosa più dolce e più buona che mi hanno mai offerto da bere"- rise Tamigi mentre la stringeva tra le mani.
Parigi si rese conto che non si sbagliava.
Dopo quella notte sapeva che l'amava.
Avrebbe potuto farci la colazione all'istante, ma separarsi dalle mani di Tamigi le veniva difficile. E il domani l'avrebbero aspettato insieme.
Sia quella sera che tante a divenire.
...E vissero contente e felici per sempre.
** Bungee jumping - è un'attività sportiva che consiste nel lanciarsi da un luogo elevato (per esempio un ponte) dopo essere stati imbragati con una corda elastica. Un'estremità della corda è fissata al corpo della persona che si lancia
(in genere alle caviglie) e l'altra al punto da cui avviene il lancio.
( vi ho fregate : questo racconto finisce bene! Gianni sono ottimista, ma detesto cmq le donne che ridono sempre!)

COMPAGNA DI SBRONZE


A volte mi succede di sentire l'esigenza di non pensare e l'unico modo di spegnere il cervello per un attimo è annegarlo nel bicchiere.
Ed è per questo che certe sere parlo e sorrido anche se non ho nulla da dire e niente per cui sorridere...
Ma l'ironia fa da scudo quando il sentimento rimane nudo e rosica, come quella domenica in cui ti ho incontrata.
Il locale è un punto di ritrovo ed è facile perdersi.
I gay esibiscono i vestiti e sorridono stando in piedi per esibire meglio il posteriore.
Le donne stanno nel branco perché si sentono meno sole.
Con le mani desiderose di forme nuove stringono il bicchiere,
mentre qualcuno chiama il cameriere.
Spesso compare qualche faccia nuova, magari una di quelle donne in minigonna, accompagnata da un amico.
Sembrano una coppia, una di quelle che si possono clonare facilmente,
ma l'immagine è offuscata e non si capisce niente.
Lei ha le unghie lunghe. Sorride mentre ti guarda e si passa la lingua sulle labbra,
ed è come se allungasse la mano e ti toccasse...
Quando si presenta, si definisce una donna senza pregiudizi e sembra cosi' determinata,
mentre parla e ti guarda aspettando quell'"andiamo".
E tu pensi magari a Bukowski o ancora peggio al femminismo,
ai secoli di cazzate patriarcali e ti arrabbi ma sorridi mentre la guardi.
Forse ti trova maschile e forse questo la eccita,
forse invece è solo invidiosa e vorrebbe essere te.
Quante cose da scoprire dietro quella porta con la serratura dove una chiave più non c'è.
Ma non hai voglia di portarla a casa tua. Oppure si!
No, tu non vuoi pensare e nemmeno capire il perché questa donna ti vuole fare.
Fare sesso adesso non è facile, hai un bicchiere da tenere e non sai nemmeno dove appoggiarlo.
A volte queste donne arrivano e ti fanno dei complimenti, ma io di solito sto sull'attenti e non sono certa del perché.
Un motivo da qualche parte c'è.
Cosi decido di non pensare in modo che domani mi fara' più male quel discorso
che con te non ho saputo affrontare.
In fondo siamo qui solo per passare del tempo,
possiamo stare in silenzio o disegnare con il fumo le domande,
quelle cose che non sappiamo dirci ed è così facile ferirci anche solo con uno sguardo,
ma noi non ci guardiamo molto.
In fondo siamo qui solo per dimenticare, tutto quello che ci fa male,
e domani è un altro giorno.
Non ricorderò più il tuo sapore, avrò un altro bicchiere e le stesse dita,
non farò finta di averti capita e troverò un altro pensiero
da appiccicare sopra quello in cui forse credo e che nego.
A volte mi succede di sentire l'esigenza di non pensare
e l'unico modo di spegnere il cervello per un attimo è annegarlo nel bicchiere.


>>questo racconto è una dedica a BUKOWSKI ..with my best very myself<<

+ e -

Come Sartre,
- e + di lui io penso che la nostra esistenza può vivere senza la nostra definizione di se.

Nasciamo come i polli, ma non ci chiediamo se è + vecchia la gallina o l’uovo.
Tuttavia presto iniziamo a chiederci : Chi è + forte la vagina o il pene?
In molti tentano di confonderci, ma soltanto attraverso la consapevolezza di vivere senza uno scopo apparente, per vivere e per morire, attraverso il nostro Io arriviamo a comprendere la ns. sessualità fuori dalle prigioni della società, di un giusto e sbagliato collettivo che dista dalla liberta' di pensiero e dal buon senso quanto la terra dalla luna.

Non scordiamoci di ESSERE state definite L’altra metà del cielo, e di restare intere….

DRAG KING


XENOFOBIA, OMOFOBIA quanta nostalgia ! di non saper cosa significano, e odiare comunque, ma non hanno nessuna colpa le parole, è colpa dell' ignoranza se per alcuni di andare oltre alla apparenza, non esiste la speranza.
Non riuscivo a capire la diversità, ammetto di esserne stata spaventata, come oggi in metrò, quando mi sono meravigliata dei due sedili liberi e troppa gente in piedi.
C'erano due zingare a intimidire il popolo. Sorridevano con i loro denti d'oro e parlavano ad alta voce.
Mi sono seduta e dietro alle mie lenti scure osservavo il mondo. La zingara mi fissava e quando ha visto che non abbassavo la testa, l' ha fatto lei.
Siamo meravigliosi, galassie smarrite nel cosmo della nostra indifferenza. Sappiamo vivere senza affetto, sappiamo stare senza rispetto e pretendere di sentirci felici.
Siamo anche in grado di ricominciare, di imparare a non sottovalutare.
Ieri ho voluto fare delle foto con le mutande maschili, un calzino invece dei tulipani. Un po' di bagno schiuma sulle guance.
Sono capace d'ironizzare, spero anche di creare.
... A voi il giudicare..
È stato divertente, e se ci fossero gli spettacoli come quelli che il mio coinquilino fa ogni domenica al BORGO mi offro!
Sarò la vs. Drag King, è un gioco sottile e ha un qualcosa nello stile che mi eccita, non è soltanto una recita.. è un po' come amare, GIOCARE..



***Con il termine omofobia si indica il pregiudizio, la paura irrazionale o l'odio violento nei confronti delle persone omosessuali, o le azioni che da esso derivano o che ad esso sono riconducibili.
Xenofobia (dal greco ξενοφοβία, xenophobia, ossia "paura del diverso"; composto da ξÎνος, xenos, "estraneo, insolito" e φόβος, phobos, "paura"), ossia la paura di ciò che è distinto per natura, razza o specie.

Friday, July 28, 2006

ISTRUZIONI D'USO



Dovresti agitarmi prima di usarmi e leggere i bugiardini che dicono la verità soltanto ogni tanto, quando capita. Fra poco potrai comprare le medicine in un supermercato, adesso puoi comprare sedie, prodotti di bellezza, cibo e cioccolato nella farmacia sotto casa.

Cambierà poco, soltanto le ns. abitudini, come quella di chiamare qualcuno amore, lavarsi i denti e frignare, come quella di cantare nella doccia o aspettarsi sempre che l’ultima goccia di liquore abbia un sapore migliore.

Capita così

.. di guardarsi allo specchio e non vedere niente, soltanto un sorriso che mente..mente.. mente…


Vedo tutta la vita in modo duplice: La realtà e il sogno.

Voglio complici, provo a evitare i giudici. Mi piace parlare con gli amici.
Troppo stupidi x non recitare salmi del perbenismo collettivo non facciamo rumore.

Il mio umore è sempre instabile, passo dalla grandinata feroce al sereno variabile diverse volte nel arco della stessa gg.
Sono paziente ed analista. il dualismo nasce dalla curiosità di pensiero. Il sangue è salato, bagnato e vero….

Ho sempre bisogno di stabilità perché non ne possiedo nemmeno un pezzo.
Sono soltanto 1 sopravvissuta, ma almeno so che se affogo la sigaretta nel caffè, il gusto non resterà uguale e non sono dell’idea che tutto si deve sperimentare.

Vorrei provare a volare e l’ho già fatto con un parapendio, ma adesso vorrei farlo senza aiuto di altro che la mia fantasia.

ISTRUZIONI D’USO: Pericolosamente schizzofrenica questa donna sa essere isterica, dolce, amabile e odiosa. Agitala bene prima di baciarla, potresti amarla.


*** Il parapendio è il mezzo da volo libero più semplice e leggero attualmente esistente, derivato dai paracadute da lancio pilotabili.

puo' ESSERE


Credo di essere immersa nella profondità del mio pancreas e temo di essermi persa la mia nascita.
In fondo non me ne frega niente se la gente si scorda di invitarmi al loro funerale.
Eppure con il tempo ho accumulato vestiti adatti per tutte le cerimonie.
E' davvero un peccato non poter usarle: Le buone maniere sono andate a farsi fottere!

Detesto le bambine annoiate delle mie colleghe raccomandate, non sanno leggere nemmeno le istruzioni dei loro ultimissimi i- Pod, però sono capaci di pretendere una domestica diversa ogni anno. E il Nonno Natale le fa arrivare con il gommone…

- Come stai?
- Benissimo e tu ?

…quanti minuti al gg perdiamo x scambiare 4 frasi banali con esseri tutti uguali..

- Come stai
- Vaffanculo, fatti cazzi tuoi!


Se non vi piaccio andate a denunciarmi al preside: Sono fuori corso, vado verso l’agosto e preferisco ESSERE.

COS’ALTRO PUO’ succedere

Sinistra ha vinto le elezioni
Inter il campionato
Io m’innamorerò e diventerò semplice
?

IL BELLO E IL BRUTTO DELLA VITA è CHE TUTTO PUO' ANCORA SUCCEDERE..

1 delle 2 è vera


Hmmn sì per mia madre sono un potenziale killer, e di certo leggermente egocentrica

Dovrei chiamarla x dirle che ho aiutato una vecchietta ad attraversare la strada e poi non so come, ma è finita subito dopo sotto il tram,

oppure che ho comprato un libro e mi sono scritta sulla prima pagina una dedica:

A me stessa with love ..

To be continued..

Thursday, July 27, 2006

IO NON SMETTO


Le sere quando non sto in piedi
Le botte che dai le botte che prendi
I giorni di testa che evapora
E di amaro in fondo alla gola.
..E poi il ricordo di scale della scuola

E il sapore di mare
Colazioni calde da consumare dopo giorni e notti
da farci l’amore
I pomeriggi quando esigi tempo libero
E te lo rubano per un pugno di soldi con cui comprarsi il rispetto
Tutto quello che non ti ho detto ..
Io non smetto … non smetto!
Sogno a occhi aperti, pretendo sguardi attenti
E parlo ancora di te…

ANCORA




Ti guardo
Ti annuso
Ma non abuso più di parole
Facciamo l’amore ..
Ti mangio
Ti bacio e mi ritrovo dentro ogni tuo gemito,
Ogni singolo lamento
E pare eterno l’amore mentre provoca, gioca, beve e mastica Tutte le ore.
E tu sorridi e non hai paura dei miei silenzi.

MATRIMONIO

Noi due eravamo capaci di capovolgere tutto senza alcuna esitazione, l’amore rende cose più inverosimili facilmente realizzabili.
E quando finisce appesantisce le ossa e l'anima.Un anno era passato dalle tue ultime notizie, un anno rinchiuso nelle parole di un invito al matrimonio. La sposa saresti tu!Forse suona inverosimile, ma sarebbe facile arrivare come il vento cavalcando sul cemento, con il mio mustang nero, io, la principessa azzurra, interrompere quella pagliacciata e dirti che ti ho sempre amata, che, che non ho mai smesso.La verità è che io non so cavalcare!In questa strana situazione in cui sei caduta ancora una volta sopra, sei inciampata, ti sei alzata e poi seduta sul mio cuore, ripenso ai nostri viaggi, a tutti locali e le città con le mura colorate, le storie raccontate e alla tua grande voglia di baciarmi sempre
...

ROMA

Roma sono le palme profumo di mare
Ricordo di città natale
Roma è bella
Roma è capricciosa
Roma ti cattura con il suo profumo
E poi punge come una rosa.
Si apre e chiude velocemente
Mente e prende in giro
Roma è come un vampiro
Succhia lo stress di chi non sa camminare lento.
Roma saluta sempre, ma si ricorda il tuo nome a stento
Così consapevole della sua bellezza che non le importa molto del passato
Che è andato
Ma vende ancora la città di Vaticano
E rende ancora così umili davanti alle sue moltitudini di immagini
Roma è il Colosseo, il Coming Out e la Cappella Sistina,
Roma è Trastevere, Piazza di Spagna e i gatti con occhi grandi e curiosi
Roma è l’italiano medio e le orde di stranieri
Roma è oggi come ieri una regina che parla dialetto per diletto e conosce bene
Il linguaggio del silenzio.

1 2 3


1…2…3 Rileggo le tue lettere. Quante A quante M quante O… Cos’è un ti amo adesso Amore ? Un apostrofo che sta tra le due parole, il contenuto del cuore? Sudore delle ore che decidiamo di passare insieme? Io ti voglio e ti voglio bene ? E ora che sappiamo che si può essere felici e infelici diverse volte nell’arco della stessa giornata, dovrei dirtelo che ti ho sognata? Eri stupenda come sempre, mi guardavi maliziosa senza addosso nient’altro che una cravatta di seta rossa, girata indietro. L’altro ieri da audace sei diventata timida quando mi sei caduta addosso giocando. Chissà se il cuore cresce amando.. La palla era di nuovo in campo e le altre forse ci fissavano. Non vedevo che il tuo viso. Non sentivo altro che la tua bocca vicina Io non mi spostavo. Quasi non respiravo. E tu mi hai guardata, hai esitato per un po’ se alzarti o restare giù sul parquet insieme a me. E poi, e poi mi hai baciato. Sei rimasta distesa sopra di me e mi accarezzavi il viso. Le tue dita sottili mi facevano il solletico. Poi ci siamo guardate e senza parlare abbiamo lasciato il campo. Questa volta bastava una doccia sola per entrambe. Non credevo di sapere cosa fare. Ma amarti mi veniva così naturale. I tuoi splendidi seni sembravano frutti pronti per essere mangiati e mentre li mordevo hai inclinato la testa indietro. Ansimavi, mentre ti dicevo che ti sento, e che sono dentro! Lentamente e poi più forte abbiamo fatto l’amore. Per ore e ore e ore. Sotto la doccia, sulla panchina e anche nella palestra, contro il muro. Sei come me vero? Anche se non so bene che voglio dire. Forse tu mi puoi capire. Le mie dita dentro di te e tu su di me, dentro me, non penso ad altro da giorni. Come faccio adesso a scordare il tuo sapore? Ti avrei mangiata per sempre, e l’abbiamo fatto per ore e ore. Eppure forse non potrò farlo più. Non so se sei come me tu. Non so nemmeno come sono io. Lo so, non ti conviene lasciare lui per me. Un giorno potrebbe darti mille abitudini da tutti riconosciute come giuste e normali. Lui potrebbe regalarti giorni sempre uguali. Riempirti per un attimo con il suo sperma. Farti restare incinta. Rendere felici i tuoi genitori. Quei Signori che adesso non parlano più, e non hanno nemmeno ancora il pretesto di stare insieme solo per te, adesso che non ci sei più dentro quella casa. Dalla Chiesa hanno imparato le preghiere e che con i soldi possono comprare le indulgenze. E ora vorrebbero che tu facessi lo stesso. Che ti costruissi una famiglia. Anche si, anche senza l’amore. Siamo nella stessa squadra. Lavoriamo in società concorrenti. Tu pubblichi manuali d’istruzioni e dizionari vari mentre io pubblico racconti e poesie. Leali una con l’altra. Siamo brave a tirare e a segnare. Io a volte sono un po’ scarsa in difesa. Però so attaccare. Lo farei con chiunque dovesse farti del male. I tuoi genitori hanno scelto per te un covo di bugie. E d’abitudini. Io invece questo non lo voglio. Io potrei farti entrate lentamente nelle mie solitudini distratte e affollate. Moltitudini di quadri indefiniti. Incertezze di luoghi e pensieri mai capiti. Contraddizioni delle vecchie teorie e spreco assurdo delle nuove falsità. Nelle storie che scrivo, giorni scuri e notti solari, si, anche nei sogni che vivo. In un canestro decisivo per vincere un campionato nazionale. In uno spogliatoio dove ti ho saputo amare, ancora prima di imparare come si fa a fare l’amore. Nelle mie amicizie un po’ folli dove non c’è spazio per le frasi fatte. Né per i consigli regolati dal buon senso di qualcuno che non siamo noi. Solo per un arrivederci e ci si sente quando scoprirai chi sono e quanto bene ti voglio , senza che io debba esprimerlo a parole. Lascia il silenzio sussurrare, lo senti, dammi la mano e prendi il mio cuore. Adesso. Fallo sempre più spesso. E deciditi. Di credere alle favole. Non sono altro che storie destinate ai bambini per farli ancora sognare, grazie ai ricordi, una volta che sono cresciuti. Una volta adulti. Una volta noi. Manda via lui, e se ai tuoi piace tanto fallo trasferire lì, oppure lascialo e vieni tu da me. Non hai bisogno di un abito bianco, di un prete e una croce per farmi restare senza voce, per farmi diventare sempre più dolce. Basta un sì. Credimi. Amore basta un sì. E adesso visto lo sguardo con cui mi sorridi, le tue labbra petali di rose, credo che sei tu che decidi come fare l’amore. Se con la pioggia o con il sole. Se semisdraiate, se in piedi, in piscina oppure sul letto. Sei tu che decidi se metterti la gonna o i pantaloni. Se amarmi per i miei vecchi pregi o i difetti sempre nuovi. E sono io, io che sorrido perché amo vederti felice. Diverse volte nell’arco della stessa giornata. Il nostro è un amore intelligente, ma non ci stiamo scopando il cervello . Che bello! Puoi baciarmi qui, sulla panchina, in una città sconosciuta, in un ristorante antico o una palestra moderna. Puoi mangiarmi le labbra, le unghie e puoi mordermi il cuore. Oltre ai capezzoli. Ogni volta che lo vuoi, dove e quanto lo vuoi Amore. Adesso che siamo sole e il sole ci scalda di notte, ti stringo la testa sul cuore e dimentico tutte le lotte. Accendo le stelle sul soffitto e ti dico, mentre dormi che ho capito cosa sono quelle due parole. Sono il colore rosso del cuore. Non indosso nulla più volentieri dei tuoi baci. E non bevo nulla di più buono, di un tuo sospiro, di un tuo gemito, quel suono divino che precede ogni ti amo che si rispetta. Siamo animali intelligenti, differenti perché facciamo l’amore e non riduciamo l’atto alla semplice riproduzione. Chissà se i pesci sanno cantare. Chissà perché è salato il mare. E di che gusto saremo domani . Siamo animali simili, diversi, docili, semplici, selvaggi e strani. Non ho bisogno d’approvazione. Non hai bisogno del prete e i suoi comandamenti. Io credo in noi. E se anche tu mi vuoi allora deciditi. Di credere alle favole. Non sono altro che storie destinate ai bambini per farli ancora sognare, grazie ai ricordi, una volta che sono cresciuti. Una volta adulti. Una volta noi. Manda via lui, e se ai tuoi genitori piace tanto fallo trasferire lì, oppure lascialo e vieni a stare con me. Non hai bisogno di un abito bianco, di un prete e una croce per farmi restare senza voce, per farmi diventare sempre più dolce. Basta un sì. Credimi. Amore basta un sì. 1.2.3…

SPARami

non mi piacciono le donne grasse, anche loro sono soltanto 1 definizione patriarcale del mondo.
Sto leggendo Anais Nin. sto scrivendo Sushi e crude bugie. Sto finendo Sushi e crude bugie.

ho bisogno di pensare, penetrare soltanto la mia coscenza, restare senza l'influenza delle opinioni.

Anche la tua mi fa smarrire, fuori dal flusso del mio sangue
non sopporto il rumore che fanno le domande.

giocare a ping pong con le battute non è faticoso,
è odioso.

SPARAMI( con la pistola ad acqua/Cubetti di ghiaccio )

ESSERE o NON ESSERE

SONO ...anche quando stono
SONO... anche se non suono
ed ESISTO anche quando dormo
ma SONO soprattutto quando sogno

SPOGLIAMI


Ti va di fare come i bambini,
Toccami quanto vuoi, giochiamo,
E parlami di tutto, soprattutto di quello che pensi che non puoi.
Cerca il mio cuore e senti i suoi battiti, mordimi, masticami
E leccami le orecchie !
..E POI SPOGLIAMI .. lentamente .. e diventa seria.

Se fossi astemia non potrei berti,
Sono sobria solo per un attimo, ma non appena ti sento ansimare
Non so più come fare per non impazzire per te ..
STTT dimmi cosa vorresti adesso,
E' amore ma è anche sesso
Dimmi come lo vuoi e quanto mi vuoi adesso !

Ed è come ballare un lento con te e poi aumentare il ritmo,
Sono sopra e tu pretendi di essere portata al limite
Ti stringo forte e entro in ogni tuo gemito,
I capezzoli sono turgidi, i tuoi occhi desideri espressi,
Il dito è finito da qualche parte,
Si, sento dov’è e allora mi appoggio addosso a te
E continuo a baciarti ogni centimetro di pelle
Vedo esplodere le stelle
Sento le onde del mare sbattermi contro
Lo so che è da molto che ti trattieni,
Lo sai che non vedo l’ora di berti
E contemplare i tuoi seni ansimare prima di sorridere.

Mi chiedi se respiro, dici
Ti potevo uccidere
Amore mio per vederti così morirei,
Ma è con te che voglio vivere.

Wednesday, July 26, 2006

Namu Myoho Renge Kyo(*)


La mia amica è buddista.
Dice che l’incanta pulirsi i pensieri.
Riesce a farlo pronunciando strane parole a mo’ di preghiera.
Le piaccio molto, per questo ha cercato di convincermi a congiungermi a lei nel recitare sutra, unirmi al gruppo.
Ma io non ci entro. (Mi impegno però, se pur ingombrante, a regola d’arte - mi impegno ad entrare nel suo cuore.)
Non ho ancora capito bene come fa ad essere una filosofia di vita e non soltanto un’altra religione, visto che alla fine sono tutti riuniti nella preghiera - anche se lei la definisce meditazione e si distingue per l'assunzione di una postura consona, flessuosa e senza artificiosità eretta.
E’ molto seria mentre ne parla, e io la trovo di deliziosa, fine, perfetta sensualità.
Mi rimbalza ancora nelle orecchie una sua spiegazione: “La preghiera è una tecnica di meditazione. La ripetizione ritmica, periodica, cadenzata, monotona di una certa formula favorisce l'insorgere di uno stato di coscienza alternativo. Qualora vengano ulteriormente soddisfatte o rispettate determinate condizioni particolari o contingenti, la preghiera così recitata diventa un esercizio meditativo.” Sembra strano perfino a me, ma mi eccita da morire quando recita. in ogni modo io non lo faccio, per quanto lei insista.
Se fosse stata una poesia, individuale, sarei andata. Ai loro incontri. E avrei imparato a recitare. Così invece, malgrado sapessi quanto ci tiene, mi sono rifiutata. Sono atea e lo resto. Ho preferito distrarla, farle dimenticare la parte dell’anima: mi sono buttata sul suo corpo, con la testa. Abbiamo convenuto che ci è piaciuto molto, seppur in due lingue diverse. La mia è stata: “Ti desidero ancora, sotto, sopra e in mezzo. La sua è consistita in: “Il cielo che si dischiude quando il dominio costante della ragione si attenua è una preghiera dove le parole si sono esaurite o dissolte e la mente ha raggiunto una tranquillità tale da render vani i pensieri inutili o molesti.” Io l’ho interpretato come l’orgasmo. Ma forse non ci ho visto bene. Tuttavia ho sentito, e ho provato abbastanza da voler imparare di più su argomenti che le stanno tanto a cuore. Sì, sono una cialtrona. Sono pure miope. E infine sono lesbica. Ho anche delle doti positive però. Sono ironica, imparo velocemente, so esser simpatica e sono carina. Lei mi diceva: “L'esercizio della meditazione sollecita il Buddha, beato dormiente in ciascuno e ciascuna di noi, a divenire consapevole delle proprie radici, dell'esistenza di un'energia incredibile, proveniente dal nulla e di natura indefinita.” E io baciandole la nuca ripetevo pari pari le sue parole mentre pensavo: L’esercizio del lesbismo sollecita la lesbica, beata dormiente in ciascuna etero, a divenire consapevole delle proprie inclinazioni, dell’esistenza di un’energia possibile, proveniente dalle donne e di natura instancabile. In sostanza finivamo sempre per litigare per le mie battute. Per fortuna però a differenza della spiritualità, che mi annoiava, la materia che riguardava i nostri corpi mi entusiasmava. Ero molto brava in anatomia. M’incuriosiva il suo personale migliorare attraverso questo strano rito che ti fa credere d’esser un dio. Il suo individuale valorizzarsi ripetendo quelle quattro semplici parole. Concentrandosi, soprattutto quando mi parlava di pulizia interiore. Senza scope elettriche né panni magici. Come annaffiare un fiore. La sua vita rifioriva, infatti. E anche la mia. Prima di conoscerla percorrevo i miei giorni in uno stato variabile fra il semi-trance e il coma profondo. E di notte ululavo alla luna. Cercavo di prendere a botte la sfortuna. Avevo chiuso una relazione stupenda e non riuscivo né volevo iniziare altro. Io, avevo la coscienza da pulire. I sentimenti da lavare, la malinconia da asciugare. Avevo il cadavere della mia vita tra le mani e tentavo invano di farle la respirazione bocca a bocca, non emetteva alcun suono. Vivevo con affanno. Camminavo con fatica e ridevo di me. Scrivevo, ma ero monotematica. Poi un pomeriggio, mentre guardavo dei libri alla Feltrinelli, ho incontrato questa testa vivace, con i boccoli. Sì, va bene, ho visto anche un culetto mozzafiato. Ma il colpo finale sono stati i suoi occhi. Verdi come il Nilo di una volta, quando i coccodrilli si facevano la tinta sorridendo e specchiandosi negli occhi dei dinosauri. Ho sentito il solletico allo stomaco e le farfalle nel petto. Ho sentito tutti gli scompigli commossi che da molto tempo detestavo e della cui esistenza ero quasi arrivata a dubitare. Così le ho sorriso e abbiamo bevuto un caffè. E poi un aperitivo a casa mia. Poi siamo andate a cena. E l’abbiamo fatto. Sì. La sera stessa. Il nostro primo esercizio di meditazione. E mentre la sua voce calda e squisitamente eccitante diceva: “Immagina d'essere una bimba che sdraiata sulla schiena con lo sguardo rivolto al cielo senza nuvole lanci bolle di sapone con un anello di plastica. Non appena la bolla si stacca, la osservi e la segui mentre s'innalza nel cielo, e così facendo sposti l'attenzione dalla bolla al cielo. Mentre fissi la bolla, questa scoppia, ma l'attenzione per un attimo rimane là dove c'era la bolla. Ecco, in quell'attimo la consapevolezza si posa nello spazio vuoto,” mentre la sua voce calda mormorava queste probabili verità io ho pensato… ho pensato delle cose che posso riassumere soltanto con un Ahhhhhhhhh… Ed è grazie alla spiritualità che ho riconquistato la brama. Nel corpo e nel cuore. Direi che ci siamo mescolate, non scoprendo altro dio all’infuori dell’Amore.
(*) Namu Myoho Renge Kyo è il ritmo che secondo la filosofia buddista regola e comprende la vita dell’universo. In questa frase sono racchiusi tutti gli insegnamenti del Buddha. La traduzione letterale suona all’incirca: Dedico la mia vita alla mistica Legge del Sutra del Loto.