Tuesday, April 17, 2007

Storia ZEN





L’uccellino Triky vedeva quel vecchio barbone di un piccione prendere il sole tutto il giorno.
Aveva quel curioso tatuaggio sulla zampa posteriore, immensi occhi blue che sapevano di storie ben diverse dalla vita di un semplice marinaio.
Suo padre non poteva reggerne la presenza.
- E’ per colpa di quelli lì che l’Italia va così male. Il ns. PIL è anoressico e l’economia una zitella acida e bislacca!- gridava egli mentre sua moglie si faceva uscire le vene sul collo per l’intolleranza della domestica russa, che avrebbe dovuto pulire casa, invece di sporcarla. (secondo lei!)
Triky lavorava in centro, due battiti di ali dal Duomo, aveva un’incarico importante e acqua a volontà. Eppure invidiava la liberta’ di quel piccione. E da un po’ si chiedeva che senso aveva tutto quello. Il barbone poi sembrava pacifico e le sue letterature svelavano un’ intelletto fine e acuto.
Infondo, non faceva male a nessuno- pensava.
Quello che mangia e beve si trova in giro, i turisti buttano via un sacco di cose, senza nemmeno toccarle. Certo, non sarà del tutto igienico, ma forse rende più forti.
- E poi a vederlo sembra molto + felice dei miei genitori – timorosamente concludeva Triky, mentre il sole perforava la coscienza con la solita invadenza di quelli nati troppo belli, per avere cura del prossimo.
Piccione Val aveva uno sguardo attento e fiero. Si era accorto della curiosità di Triky nei suoi confronti. Aveva notato anche il pesante orologio d’oro che egli portava, nonché gli abiti perfettamente stirati e lucidi.
- Le macchie si notano immediatamente su uno così, non andrebbe nemmeno in giro se una sola goccia di olio sfiorasse la sua linda camicetta- ricordava di aver pensato.
- Eppure quel ragazzino ha qualcosa di profondo dentro, qualcosa di inquietante negli occhi.
- Le macchie sul mio vestito sono come le medaglie di un soldato in guerra: Inutili, ma comprensibilmente visibili! – aveva esclamato al suo ultimo colloquio di lavoro, soltanto pochi anni o pochi secoli fa.
- Ma lei cosa crede di essere- una perfetta testa di c. .. zucca pelata e vuota aveva osato chiedergli.
- Ho scelto soltanto di essere me stesso e non sono pronto a morire per nessuno.
Il vecchio barbone sorrise ai ragazzini scorbutici che esibivano i loro nuovissimi Ipod, tutti ugualmente brutti e inutili che veniva spontaneo chiedersi in quale fabbrica li producevano così difettosi?!
Qualcuno poi li avrebbe di certo assunti a tempo indeterminato un domani. Per risollevare il PIL qualcuno dovrebbe inventare la tassa sugli idioti.
Triky era alle prese con la stampante, che furiosa sputava diversi verbali di riunioni assurde ed estenuanti pratiche. Ogni tanto dalla finestra vedeva l’affascinante barbone leggere o sonnecchiare al sole. Gli pareva di vederlo ridere e temeva che avrebbe potuto essere lui l’accattone davanti ai suoi occhi.
Infondo elemosinava sempre il tempo libero. E anche ora mentre era chino sugli fogli, mentre compilava un’altra richiesta di uscita anticipata, ancora gli venivano in mente quei sorrisi. Sorrisi di un barbone, che è il padrone del proprio tempo!
Triky si licenziò il giorno stesso, propose al filosofo di partire ed egli gli rispose:
- Sono troppo vecchio per cercare ancora un luogo da amare. Per fortuna non ne ho bisogno.
- Ma non hai un sogno?
- Quello di vederti diventare te stesso.
- Ah ah e chi sono adesso?
- L’idea di un figlio o un fidanzato?
- Può darsi.. posso lasciarti il mio appartamento. Potresti aspettare il mio ritorno. Inoltre sarebbe così al sicuro dai ladri.
- Sei gentile, ma non ho bisogno di avere delle mura intorno. Bloccano i pensieri.
- La gente commette un sacco di sciocchezze per averli. Per murarsi viva dentro la propria casa, dentro l’ufficio, dentro i pub, cinema e palestre. Non è spaventoso?
- E per cosa poi? Per elemosinare le vacanze!!!! Per guadagnarsi 48 ore nel fine settimana!
Grazie..
- Non c’è di che.. Soltanto chi può evolversi lo fa. Darwin non era nemmeno vicino alla verità.
- Siamo troppo umani forse?
- Anche Zarathustra lo era. Buon viaggio!

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