Thursday, July 27, 2006

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1…2…3 Rileggo le tue lettere. Quante A quante M quante O… Cos’è un ti amo adesso Amore ? Un apostrofo che sta tra le due parole, il contenuto del cuore? Sudore delle ore che decidiamo di passare insieme? Io ti voglio e ti voglio bene ? E ora che sappiamo che si può essere felici e infelici diverse volte nell’arco della stessa giornata, dovrei dirtelo che ti ho sognata? Eri stupenda come sempre, mi guardavi maliziosa senza addosso nient’altro che una cravatta di seta rossa, girata indietro. L’altro ieri da audace sei diventata timida quando mi sei caduta addosso giocando. Chissà se il cuore cresce amando.. La palla era di nuovo in campo e le altre forse ci fissavano. Non vedevo che il tuo viso. Non sentivo altro che la tua bocca vicina Io non mi spostavo. Quasi non respiravo. E tu mi hai guardata, hai esitato per un po’ se alzarti o restare giù sul parquet insieme a me. E poi, e poi mi hai baciato. Sei rimasta distesa sopra di me e mi accarezzavi il viso. Le tue dita sottili mi facevano il solletico. Poi ci siamo guardate e senza parlare abbiamo lasciato il campo. Questa volta bastava una doccia sola per entrambe. Non credevo di sapere cosa fare. Ma amarti mi veniva così naturale. I tuoi splendidi seni sembravano frutti pronti per essere mangiati e mentre li mordevo hai inclinato la testa indietro. Ansimavi, mentre ti dicevo che ti sento, e che sono dentro! Lentamente e poi più forte abbiamo fatto l’amore. Per ore e ore e ore. Sotto la doccia, sulla panchina e anche nella palestra, contro il muro. Sei come me vero? Anche se non so bene che voglio dire. Forse tu mi puoi capire. Le mie dita dentro di te e tu su di me, dentro me, non penso ad altro da giorni. Come faccio adesso a scordare il tuo sapore? Ti avrei mangiata per sempre, e l’abbiamo fatto per ore e ore. Eppure forse non potrò farlo più. Non so se sei come me tu. Non so nemmeno come sono io. Lo so, non ti conviene lasciare lui per me. Un giorno potrebbe darti mille abitudini da tutti riconosciute come giuste e normali. Lui potrebbe regalarti giorni sempre uguali. Riempirti per un attimo con il suo sperma. Farti restare incinta. Rendere felici i tuoi genitori. Quei Signori che adesso non parlano più, e non hanno nemmeno ancora il pretesto di stare insieme solo per te, adesso che non ci sei più dentro quella casa. Dalla Chiesa hanno imparato le preghiere e che con i soldi possono comprare le indulgenze. E ora vorrebbero che tu facessi lo stesso. Che ti costruissi una famiglia. Anche si, anche senza l’amore. Siamo nella stessa squadra. Lavoriamo in società concorrenti. Tu pubblichi manuali d’istruzioni e dizionari vari mentre io pubblico racconti e poesie. Leali una con l’altra. Siamo brave a tirare e a segnare. Io a volte sono un po’ scarsa in difesa. Però so attaccare. Lo farei con chiunque dovesse farti del male. I tuoi genitori hanno scelto per te un covo di bugie. E d’abitudini. Io invece questo non lo voglio. Io potrei farti entrate lentamente nelle mie solitudini distratte e affollate. Moltitudini di quadri indefiniti. Incertezze di luoghi e pensieri mai capiti. Contraddizioni delle vecchie teorie e spreco assurdo delle nuove falsità. Nelle storie che scrivo, giorni scuri e notti solari, si, anche nei sogni che vivo. In un canestro decisivo per vincere un campionato nazionale. In uno spogliatoio dove ti ho saputo amare, ancora prima di imparare come si fa a fare l’amore. Nelle mie amicizie un po’ folli dove non c’è spazio per le frasi fatte. Né per i consigli regolati dal buon senso di qualcuno che non siamo noi. Solo per un arrivederci e ci si sente quando scoprirai chi sono e quanto bene ti voglio , senza che io debba esprimerlo a parole. Lascia il silenzio sussurrare, lo senti, dammi la mano e prendi il mio cuore. Adesso. Fallo sempre più spesso. E deciditi. Di credere alle favole. Non sono altro che storie destinate ai bambini per farli ancora sognare, grazie ai ricordi, una volta che sono cresciuti. Una volta adulti. Una volta noi. Manda via lui, e se ai tuoi piace tanto fallo trasferire lì, oppure lascialo e vieni tu da me. Non hai bisogno di un abito bianco, di un prete e una croce per farmi restare senza voce, per farmi diventare sempre più dolce. Basta un sì. Credimi. Amore basta un sì. E adesso visto lo sguardo con cui mi sorridi, le tue labbra petali di rose, credo che sei tu che decidi come fare l’amore. Se con la pioggia o con il sole. Se semisdraiate, se in piedi, in piscina oppure sul letto. Sei tu che decidi se metterti la gonna o i pantaloni. Se amarmi per i miei vecchi pregi o i difetti sempre nuovi. E sono io, io che sorrido perché amo vederti felice. Diverse volte nell’arco della stessa giornata. Il nostro è un amore intelligente, ma non ci stiamo scopando il cervello . Che bello! Puoi baciarmi qui, sulla panchina, in una città sconosciuta, in un ristorante antico o una palestra moderna. Puoi mangiarmi le labbra, le unghie e puoi mordermi il cuore. Oltre ai capezzoli. Ogni volta che lo vuoi, dove e quanto lo vuoi Amore. Adesso che siamo sole e il sole ci scalda di notte, ti stringo la testa sul cuore e dimentico tutte le lotte. Accendo le stelle sul soffitto e ti dico, mentre dormi che ho capito cosa sono quelle due parole. Sono il colore rosso del cuore. Non indosso nulla più volentieri dei tuoi baci. E non bevo nulla di più buono, di un tuo sospiro, di un tuo gemito, quel suono divino che precede ogni ti amo che si rispetta. Siamo animali intelligenti, differenti perché facciamo l’amore e non riduciamo l’atto alla semplice riproduzione. Chissà se i pesci sanno cantare. Chissà perché è salato il mare. E di che gusto saremo domani . Siamo animali simili, diversi, docili, semplici, selvaggi e strani. Non ho bisogno d’approvazione. Non hai bisogno del prete e i suoi comandamenti. Io credo in noi. E se anche tu mi vuoi allora deciditi. Di credere alle favole. Non sono altro che storie destinate ai bambini per farli ancora sognare, grazie ai ricordi, una volta che sono cresciuti. Una volta adulti. Una volta noi. Manda via lui, e se ai tuoi genitori piace tanto fallo trasferire lì, oppure lascialo e vieni a stare con me. Non hai bisogno di un abito bianco, di un prete e una croce per farmi restare senza voce, per farmi diventare sempre più dolce. Basta un sì. Credimi. Amore basta un sì. 1.2.3…

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